Dopo Natale abbiamo fatto il consueto incontro di condivisione e programmazione e per tre giorni abbiamo discusso, deciso, condiviso alcuni temi. In foto (del 28/12/07) vedete il gruppo. Provo a presentare i compagni di missione.
da sinistra in piedi: d. Mauro, d. Daniele F., Flavio, d. Francesco B., d. Giuseppe N., d. Fabio L., Angela e Anna, d. Nicola, Lara. da sinistra accosciati: d. Giuseppe A., Gianluca e Nicola, Angelo (in visita dopo anni di missione come laico in Ecuador), Samuele, d. Giampaolo A.
In Diocesi di Tulcan (al confine con la Colombia) c’è don Giuseppe Alberti che lavora come educatore e professore in seminario maggiore, come "cappellano" in una parrocchia della città e nella pastorale in carcere. Stessa diocesi, ma situazione totalmente diversa è quella di don Francesco Bonsembiante, parroco a san Juan de Lachas, parrocchia del campo con clima tropicale e varie comunitá sparse per la valle e le montagne circostanti.
Qui a Quito siamo in due parrocchie (nella peroferia all'estremo nord della città):
María Estrella de la Evangelización (sector de Morán, tra Carapungo e Calderón) con don Nicola De Guio, io, Flavio Brunello e Lara Borella.
San Lucas Evangelista (zona Carcelén Bajo) con don Giuseppe Nante, don Giampaolo Assiso (arrivato da poco più di un mese), e la famiglia Pellicchero con Angela e Nicola (papá e mamma), Samuele, Gianluca e Anna (nata qui in Ecuador il 9 settembre scorso).
Lavorano in diocesi di Esmeraldas (sulla costa a nord) don Fabio Lazzaro (parrocchia Virgen del Camino) e don Daniele Favarin (Rocafuerte) ritornati in Ecuador per differenti vicende personali, dopo una esperienza già vissuta come Fidei Donum.
La “Fidei donum” è una enciclica di Pio XII di 50 anni fa, in cui, tra le altre cose e riflessioni, si “apre” la possibilità missionaria alle diocesi e non solo alle Pontificie Opere Missionarie e alle congregazioni religiose.
Di noi, inviati espressamente dalla diocesi, preti o laici si dice che siamo preti e laici “fidei donum”.
È molto importante e interessante la presenza non solo di preti, ma anche di laici qui in missione. È la testimonianza di una chiesa (quella di Padova) che cerca di impegnarsi sul fronte dell’annuncio e della condivisione della fede con la chiesa sorella di Quito: non è solo un “prestarsi preti”, ma un cercare forme di cooperazione, di comunione tra chiese.
Non tutto è perfetto, ma la strada sembra buona!
Sate bene!
Mauro
P.S. se qualcuno (laici) stesse pensando a 2-3 anni di servizio in missione, si metta in contatto con il Centro Missionario Diocesano di Padova (cmd.pd.laici@diweb.it) per il cammino di preparazione (2 anni) e discernimento.
P.S.2 se qualcuno fosse interessato ad approfondire il tema della missionarietá gli consiglio di leggere la “Redemptoris missio” di Giovanni Paolo II (penso si trovi da scaricare nel sito del Vaticano: http://www.vatican.va/). Dove si dice, tra l’altro che la Chiesa è “per sua natura missionaria”, cioè non può non esserlo, pena il perdersi. Non è opzionale, ma obbligatorio (a Padova, come in Ecuador)! Meditiamo gente, meditiamo...