Ma parliamo di uno dei problemi più grandi, purtroppo non solo della nostra parrocchia, ma dell'Ecuador: l'alcohol.
Hacer "san viernes" (far santo venerdì) è un modo di dire che non ha niente di devoto: vuol dire bere e imbriagarsi con gli amici. Perchè di venerdì? Perchè al sabato molti non lavorano (e spesso hanno ricevuto la paga) e quindi possono stare a smaltire la sbornia. Al venerdì sera c'è da stare attenti a guidare. Spesso ci sono uomini barcollanti a lato della strada, o addirittura, come ci è capitato, distesi in mezzo alla carreggiata!
Scene pietose si vedono frequentemente: le mogli e i figli bambini che vanno in cerca in quartiere del papà "borracho" (=imbriago) per portarlo a casa.
L'alcohol costa poco: la punta (un distillato di canna da zucchero, sullo schifosetto) costa un paio di dollari al litro. Spesso bevono "vino" di frutta in cartone (PESSIMO!!, ma a un dollaro al litro e mezzo), o la cassa di birra (12 bottiglie da 600cc a 6,75)... I risultati però sono praticamente uguali:
Violenza familiare, incidenti stradali mortali, qualche suicidio per depressione post-balla, risse e accoltellamenti tra imbriaghi, mogli che soffrono per la situazione e in alcuni casi se ne vanno con i figli per salvarsi dalle botte e maltrattamenti vari...
Non saprei fare un quadro sociologico-statistico indicando percentuali di persone che bevono abitualmente nei fine settimana, certo è che (soprattutto raccogliendo gli sfoghi delle madri di famiglia) è un problema sociale grave.
La cosa che fa rabbia è che di domenica o martedì gli uomini non bevono... Sanno controllarsi. Però nel fine settimana non c'è autocontrollo che tenga.
Pare in aumento anche tra le donne ... Più discrete, ma anche attaccate alla bottiglia...
Vi racconto un fatto concreto successo dopo Pasqua.
Domenica sera: dopo la Messa delle 18 ero in riunione per decidere della festa della biblioteca. Suona al campanello una giovane signora (meno di trent'anni, mamma di tre figli) che avevo conosciuto e con cui avevo parlato in settimana santa. Mi dice, piangendo, che la mamma le aveva telefonato per portarle a casa un prete che parlasse al figlio, lasciato in mattinata dalla moglie con il figlioletto, per convincerlo di non fare scemenze.
Liquido la riunione e vado.
Aprono la porta e la scena che vedo è questa: un giovane (20-25 anni) mezzo nudo coperto da una coperta nel pavimento che dorme, una signora (la mamma) che raccoglie vetri rotti da terra e che mi racconta la faccenda. Il figlio la sera prima è tornato a casa ubriaco e la mattina della domenica la moglie stanca di preoccuparsi e delle liti successive alle sbornie fa le valigie, prende il figlioletto di 3 anni e torna a casa dai suoi. Smaltita la ciucca il marito si rende conto, le telefona e lei gli risponde che si è stufata e che o cambia o resta solo. Lui si arrabbia e comincia a bere. La madre (che vive al piano sopra) lo trova imbriago e cerca di parlargli, ma lui dice che senza suo figlio vuole farla finita. Preoccupata la signora vuole che un prete gli faccia una predica perchè il figlio che dice spropositi cambi.
Finchè 'sta pora donna mi racconta la storia, il figlio in questione si sveglia. La madre gli dice: Guarda che è venuto a trovarti il padre della parrocchia... Salutalo, mettiti in piedi e ascolta quello che deve dirti!".
Immaginate come mi sentivo... Avevo cercato di spiegare alla signora che finchè l'è imbriago non serve parlargli, che sarei tornato il giorno dopo o in altro momento per parlare lucidamente con il toso...
Dal pavimento cerca di ricomporsi, non riesce a mettersi in piedi e allora si inginocchia. Mi tende le mani e gliele prendo nelle mie. Con gli occhi lucidi e commosso il toso mi dice: "te amo, siempre te amè". Stavo per imboressarmi e ho dovuto fare uno sforzo sovrumano per stare serio.
In pratica, vista la barba quasi patriarcale che mi portavo addosso, mi ha scambiato per Gesù.
La professione di fede e amore al Signore era sincera, per essere ubriaco...
Alla fine a forza di dài son riuscito a convincerlo che andasse a letto a dormire.
È un problema enorme e fortemente radicato che non sappiamo bene da dove prendere...
Noi preti non beviamo mai in pubblico proprio per dare un esempio, ma non basta.
Al venerdì abbiamo cominciato a fare alcune proposte (cineforum, scuola di preghiera, incontri dei genitori della catechesi) però non basta...
Con i giovani abbiamo fatto qualche incontro per parlare di questi temi, però, purtroppo, non serve... Ti dicono "Sì" ma poi si comportano conformandosi al branco-gregge.
È estremamente difficile giudicare il "peccato" (è fatto sociale, è un modo molte volte di stare insieme,...) però i problemi restano.
Chissà che riusciamo a trovare strategie e iniziative che aiutino le persone a cambiare comportamenti per una maggiore dignità e felicità personale e familiare...
Hacer "san viernes" (far santo venerdì) è un modo di dire che non ha niente di devoto: vuol dire bere e imbriagarsi con gli amici. Perchè di venerdì? Perchè al sabato molti non lavorano (e spesso hanno ricevuto la paga) e quindi possono stare a smaltire la sbornia. Al venerdì sera c'è da stare attenti a guidare. Spesso ci sono uomini barcollanti a lato della strada, o addirittura, come ci è capitato, distesi in mezzo alla carreggiata!
Scene pietose si vedono frequentemente: le mogli e i figli bambini che vanno in cerca in quartiere del papà "borracho" (=imbriago) per portarlo a casa.
L'alcohol costa poco: la punta (un distillato di canna da zucchero, sullo schifosetto) costa un paio di dollari al litro. Spesso bevono "vino" di frutta in cartone (PESSIMO!!, ma a un dollaro al litro e mezzo), o la cassa di birra (12 bottiglie da 600cc a 6,75)... I risultati però sono praticamente uguali:
Violenza familiare, incidenti stradali mortali, qualche suicidio per depressione post-balla, risse e accoltellamenti tra imbriaghi, mogli che soffrono per la situazione e in alcuni casi se ne vanno con i figli per salvarsi dalle botte e maltrattamenti vari...
Non saprei fare un quadro sociologico-statistico indicando percentuali di persone che bevono abitualmente nei fine settimana, certo è che (soprattutto raccogliendo gli sfoghi delle madri di famiglia) è un problema sociale grave.
La cosa che fa rabbia è che di domenica o martedì gli uomini non bevono... Sanno controllarsi. Però nel fine settimana non c'è autocontrollo che tenga.
Pare in aumento anche tra le donne ... Più discrete, ma anche attaccate alla bottiglia...
Vi racconto un fatto concreto successo dopo Pasqua.
Domenica sera: dopo la Messa delle 18 ero in riunione per decidere della festa della biblioteca. Suona al campanello una giovane signora (meno di trent'anni, mamma di tre figli) che avevo conosciuto e con cui avevo parlato in settimana santa. Mi dice, piangendo, che la mamma le aveva telefonato per portarle a casa un prete che parlasse al figlio, lasciato in mattinata dalla moglie con il figlioletto, per convincerlo di non fare scemenze.
Liquido la riunione e vado.
Aprono la porta e la scena che vedo è questa: un giovane (20-25 anni) mezzo nudo coperto da una coperta nel pavimento che dorme, una signora (la mamma) che raccoglie vetri rotti da terra e che mi racconta la faccenda. Il figlio la sera prima è tornato a casa ubriaco e la mattina della domenica la moglie stanca di preoccuparsi e delle liti successive alle sbornie fa le valigie, prende il figlioletto di 3 anni e torna a casa dai suoi. Smaltita la ciucca il marito si rende conto, le telefona e lei gli risponde che si è stufata e che o cambia o resta solo. Lui si arrabbia e comincia a bere. La madre (che vive al piano sopra) lo trova imbriago e cerca di parlargli, ma lui dice che senza suo figlio vuole farla finita. Preoccupata la signora vuole che un prete gli faccia una predica perchè il figlio che dice spropositi cambi.
Finchè 'sta pora donna mi racconta la storia, il figlio in questione si sveglia. La madre gli dice: Guarda che è venuto a trovarti il padre della parrocchia... Salutalo, mettiti in piedi e ascolta quello che deve dirti!".
Immaginate come mi sentivo... Avevo cercato di spiegare alla signora che finchè l'è imbriago non serve parlargli, che sarei tornato il giorno dopo o in altro momento per parlare lucidamente con il toso...
Dal pavimento cerca di ricomporsi, non riesce a mettersi in piedi e allora si inginocchia. Mi tende le mani e gliele prendo nelle mie. Con gli occhi lucidi e commosso il toso mi dice: "te amo, siempre te amè". Stavo per imboressarmi e ho dovuto fare uno sforzo sovrumano per stare serio.
In pratica, vista la barba quasi patriarcale che mi portavo addosso, mi ha scambiato per Gesù.
La professione di fede e amore al Signore era sincera, per essere ubriaco...
Alla fine a forza di dài son riuscito a convincerlo che andasse a letto a dormire.
È un problema enorme e fortemente radicato che non sappiamo bene da dove prendere...
Noi preti non beviamo mai in pubblico proprio per dare un esempio, ma non basta.
Al venerdì abbiamo cominciato a fare alcune proposte (cineforum, scuola di preghiera, incontri dei genitori della catechesi) però non basta...
Con i giovani abbiamo fatto qualche incontro per parlare di questi temi, però, purtroppo, non serve... Ti dicono "Sì" ma poi si comportano conformandosi al branco-gregge.
È estremamente difficile giudicare il "peccato" (è fatto sociale, è un modo molte volte di stare insieme,...) però i problemi restano.
Chissà che riusciamo a trovare strategie e iniziative che aiutino le persone a cambiare comportamenti per una maggiore dignità e felicità personale e familiare...
4 commenti:
Grazie Mauro....è sempre bello leggere la tua vita, le vostre gioie ma anche le vostre difficoltà.Aiutano (almeno per me) a "ri-sintonnizzarsi" con l'essenziale e con la vita vera.A proposito dell'ultimo tuo intervento....provo ad informarmi su metodologie per poter affrontare il problema...Grazie ancora
Grazie davvero per quello che ci racconti. Il tuo blog permette di sentirci ancora vicini a voi, ai problemi e alle goie delle persone che vi stanno attorno e che in parte abbiamo avuto la fortuna di conoscere.
A presto
Federica M.
imparato molto
Saludos P. Mauro he leido su diario y felicito las reflexiones y momentos felices que pasamos en la parroquia y usted los comparte con todo el mundo.
Saludos Jhon F. ANIMADORE
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