Agosto 2007 al campo giovani

Agosto 2007 al campo giovani
Una signora barba!!

lunedì 22 dicembre 2008

Mira la vaca grande,... porca vacca!



Cappellina di san Carlos (la più piccola e povera della nostra parrocchia), Messa di sabato sera. La gente da qualche giorno sta ritrovandosi ogni sera alle 19.30 per pregare la novena e han già preparato all'entrata della cappellina il presepio con tanto di muschio, statue, capanna e stella. Nel momento più solenne della Messa, dopo la consacrazione, sono inginocchiato quel mezzo minuto dietro all'altare, tutta la gente in silenzio raccolto sta pregando . In fondo, sulla porta, dei bambini di tre-quattro anni stan giocando. Si fermano, guardano il presepio rapiti e una vocetta allegra rompe il silenzio generale: "Mira la vaca grande!" ("guarda la vacca grande!") e giù a ridere e battere le mani. Stavo imboressandomi… Di tutto il presepio quel che chiamava l'attenzione per i bimbetti era il bue.

La scena ci è proprio piaciuta (stiamo scrivendo in tre: Flavio, Mauro e Nicola): per lo stupore allegro dei piccoli, che tante volte non abbiamo; per la voglia di condividere, uno si è accorto della vaca grande e l'ha fatto notare all'altro; per il fatto che non è un vacca, ma un bove!; per l'apparente contraddizione tra il momento tanto sacro e la spontaneità di bambini che di liturgia non ne capiscono niente, ma che sono veri esperti di statuine del presepio.

Pensavamo che certe volte non ci accorgiamo, non ci stupiamo, non sappiamo vedere oltre le facciate. Che bello sarebbe recuperare lo sguardo di san Francesco a Greccio, lo sguardo che sa sospettare che la realtà è molto più di quel che sembra. La nascita di Gesù, il mistero dell'incarnazione dà importanza e dignità a tutta la vita concreta e quotidiana della nostra storia (che solo apparentemente è insignificante). Mette sugli altari non Gerusalemme, ma Nazaret. Per noi il Natale è esaltazione del quotidiano. Festa grande della laicità, del tempo feriale speso tra lavoro, famiglia, bollette, traffico, crisi economica, mestoli, vacche grandi, … Natale pensiamo sia Betlemme però insieme con Nazaret. Cioè dura 30 anni. Non a caso il tempo di Natale finisce col battesimo di Gesù (11 gennaio). Natale è Dio che vive, impara, prega, piange, mangia, fa festa, si fa domande, si indigna, saluta i vicini, lavora, gioca, si lava, osserva, paga le tasse, studia, ha la polvere sui piedi, contratta il prezzo del tavolo appena finito, va in sinagoga ogni sabato,…
Un lungo apprendistato, come noi, per diventare uomini e donne per davvero!

E poi ci ha fatto sorridere la coincidenza… perché ultimamente nelle nostre chiacchierate-sfogo serali in terrazza abbiamo detto mille volte "porca vacca!" .. Per tante situazioni di superficialità della gente, di alcuni preti, dei murari che stan pavimentando la strada sotto casa senza mettere i tubi perché sfoghi l'acqua piovana (progetti fatti più che dal bue, dall'asino!); per tante, troppe situazioni di povertà (alcune materiali; altre, molte, culturali, relazionali, di senso)… Ci sembra tante volte di irrigidirci più sulla "porca vacca" che sul fatto che nel presepio c'è un divino Niño che è la speranza e l'anima di ogni cambio possibile. È bello come i bambini stupirsi ed entusiasmarsi per le cose belle, e guardando bene il presepio della nostra vita ce ne sono, eccome!
Stimolati, dunque, dal "mira la vaca grande" siamo riusciti ad accorgerci di alcuni miracoli che stan succedendo in questa parrocchiona di periferia (di Quito e del mondo): 40 persone che hanno frequentato il corso biblico e ci hanno "sopportato" per 4 domeniche pomeriggio, e hanno voglia di continuare (una metà si sono resi disponibili per fondare alcuni gruppi biblici nei vari barrios!); Flavio che con le signore del gruppo Caritas ha comprato quintali di riso, lenticchie, zucchero, tonno, olio, ecc., per fare circa 200 "fundas solidarias" (borse solidali) che molta gente ha comprato a 12 $ per appoggiare il fondo del gruppo o addirittura per regalarla a qualche povero; un'azienda italiana, la Venpa, che invece di farsi i regali di Natale è 3 anni che ci manda migliaia di euri per i progetti dell'asilo e del doposcuola; gruppi giovanili e missionari in diocesi di Padova che si danno da fare in questo tempo di crisi finanziaria per l'unico investimento sicuro: i poveri!; un'amica che, per quel che ci dicono, sta lottando con speranza con una robetta non da poco come una malattia seria; la disponibilità di molti laici a offrire tempo per formarsi e per stare in missione (Lorenza Bertazzo arriverà il 6 gennaio per vivere qui tre anni… speriamo non ci porti carbone!!);…

Ecco in poche parole gli auguri di Natale:
"Marìa, por su parte, guardaba (conservava) todos estos acontecimientos y los volvìa a meditar en su interior" (Lc 2, 19). Natale, voce del verbo accorgersi e dar valore alle cose che succedono! Che il Signore ci aiuti a "mirar todas las vacas grandes" che non mancano nella nostra storia semplice, e a conservarle nel cuore con stupore come bambini e come Maria...

Flavio, Mauro e Nicola



Foto serale dalla cucina... cosa ci indicherà la stella?





La nostra Nazaret, luogo del quotidiano, terra di frontiera, incrocio di molte culture

lunedì 17 novembre 2008

Giovinezza e Avvento

In questo periodo tutti mi dicono: che giovane che sembri! Ebbene, sì! Ho "perso" una decina di anni (e forse anche un po' di autorevolezza). Sembro proprio un bocia. Tutto è nato da una scommessa con gli animatori del grupo juvenil. Dopo una riflessione sul fatto che vengono al gruppo una sessantina di tosi e sul fatto che in parrocchia tra i 13 e i 20 anni ci sono circa 3.000 giovani (!), si cercava un'iniziativa per coinvolgere altri giovani (ci preoccupa l'idea di essere soddisfatti con un bel gruppone da 60… ma non si può!). Si è organizzata una "Fiesta Juvenil" facendo sì che i ragazzi stessi invitassero i loro amici. Ci eravamo dati come obiettivo realistico 100 persone, la scommessa era: "se ci saranno più di 150 tosi, mi taglio la barba!". Siccome si è arrivati a 110 ho salvato i baffi! Per dare soddisfazione ai ragazzi, anche se non dovuta, ho accorciato e ridotto la barbaccia che mi accompagnava... e così, in 20 minuti ho perso (o forse dovrei dire "recuperato"?) 10 anni. La documentazione fotografica lo può dimostrare facilmente.



A sinistra il mese scorso in camminata con freddo e pioggia a 4000 m, a destra oggi in terrazza di casa con sole...


Ma … cosa vuol dire essere giovani?
Cambiare look o essere di "razza" giovane (a mio papà e mia mamma date meno anni di quelli che hanno, per fisico e carattere) non è sufficiente.
È vero che a stare con i giovani si resta un po' più giovani.. Stare a contatto con le domande, le speranze e attese, le primavere affettive, intellettuali, stagione di ricerca e messa in discussione della fede e di molte certezze in generale, aiuta a darsi (noi adulti) risposte più chiare e a dare più fondamento, ragioni e comunicabilità alla "speranza che è in noi".
In Azione Cattolica il limite di passaggio da giovani ad adulti sono i 30 anni… chiaro è un limite convenzionale… Con il mio amico Abu (reso felicemente novello sposo da un sì di Giovanna) abbiamo scoperto che non eravamo più giovani circa 4 anni fa dopo un'avventura.. Abbiamo detto: Basta! Mai più… queste cose le lasciamo ai giovani! Per farla breve: eravamo andati in montagna alle Tre cime di Lavaredo in tenda, e fin qui niente di estremo… il fatto è che avevamo voglia di montagna in febbraio… e con 20 gradi di freddo (sottozero!), pur avendo sacchi a pelo abbastanza adeguati, pur avendo visto la più bella stellata e alba europea (no ho foto perché la macchina fotografica era ghiacciata) in mezzo alla neve, la magia poetica ed evocativa della natura non ha potuto esimerci dal dirci più e più volte: "ma varda tì.. Quanto mone semo (con fioriture di sinonimi vari)… parchè no ghemo deciso de 'ndare sui colli … o vignere qua in luglio… mai più, che 'ste robe e fassa i sovani!" Entrando così ufficialmente con queste battute, balbettate con rabbia per scaldarci, nella maggiore età.
Ci ho pensato un po'… e credo che forse con il buon Abu ci tornerei. Mi resta la voglia di godermi alcune avventure.
Ci ho pensato un altro po' e ho capito che quello che ci fa giovani (a qualsiasi età) è la capacità, la tendenza, l'attitudine di guardare avanti. La maggior parte delle energie mentali verso il futuro, il non ancora. Mi ricordo alcune chiacchierate con alcuni grandi vecchi giovanissimi: don Luigi Sartori, i vescovi Alfredo Battisti, Luigi Bettazzi, Ersilio Tonini.. Incontri in cui io con meno della metà dei loro anni mi sono sentito vetusto: che spirito, che apertura, che speranza!
Mi piacerebbe raccogliere le memorie di vita di alcuni "vecioti-giovani" qui della parrocchia: è gente davvero straordinaria, con una vita di stenti e speranza, di lavoro e attesa, di fiducia e semplicità, a volte rassegnazione (ma questi sono proprio anziani)… Venerdì scorso a un seminario di teologia per laici che sto dando in centro a Quito tra i miei alunni c'era Carlos un catechista di 86 anni che ci spiegava la necessità della formazione permanente!!
Un anziano ti ricorda quello che ha fatto, vissuto… vive il futuro nelle aspirazioni dei figli o nipoti; per il giovane il più è ancora da venire, davanti a noi c'è molto da attendere, vivere, gustare, capire.
È atteggiamento decisamente cristiano: vivere protesi verso la meta, il futuro dell'incontro definitivo con l'eterno… e pregustarlo già ora in tutto ciò che ci parla di infinito… fino a ringiovanire definitivamente ("chi non diventa come un bambino…" "Rinascere dall'alto…").
Mi dispiacciono i dibattiti sull'eutanasia, pure importanti… mi dispiacciono perché si parla tantissimo di diritto alla morte e non si spendono riflessioni e impegni concreti per il diritto alla vita, per politiche familiari decenti! L'Europa è mediamente vecchia! Ci sono pochi bambini.. Anzi, no, per fortuna molti fratelli immigrati ci fanno ringiovanire e ci permettono di tenere aperte le scuole!
Si parla dell'America Latina come del continente della speranza. Demograficamente è verissimo: in Ecuador più di metà della popolazione è sotto i 20 anni! Le famiglie hanno frequentemente più di 4 figli (ho conosciuto una famiglia di negri con 22 figli più uno del papà del primo matrimonio!). È anche un continente che attende, che spera, che guarda se non con fiducia senz'altro con speranza al "porvenir". C'è un'aria di rinnovamento soprattutto a livello politico che rialza le speranze.
Speranza e attesa: in spagnolo è bello, si usa la stessa parola: "esperar".
Ecco insomma un po' di pensieri che mi introducono all'Avvento, tempo dell'attesa, tempo di riporre le nostre speranze in un bambino che viene, nella giovinezza che nasce in una storia concreta e diventa vita eterna per tutti.

P.S. importante: per favore, organizzatevi, e fate parecchi bambini.

P.S.2 alcune notizie di vita parrocchiale:
- Siamo stati al pellegrinaggio notturno al santuario della "Virgen del Quinche" a circa 30 Km dalla parrocchia: partiti in 120 alle 22..30 di sera e arrivati (con qualche vescica) alle 5.30. Messa alle 6.00 e a casa in bus. Bella esperienza. Il Pejo (don Nicola) è andato da solo stamattina… finchè io scrivo lui sta camminando… andrò a recuperarlo tra un paio d'ore.
- La settimana scorsa abbiamo iniziato un corso di introduzione alla Bibbia tre ore di domenica pomeriggio. Sono venute 42 persone. Domenica prossima il secondo incontro (su questo punto scriverò in dettaglio per raccontarvi del progettone "Gruppi Biblici" che sta partendo e di cui il corso è una tappa).
- Ieri riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale per redigere il piano pastorale 2008-9 sul tema della Liturgia (dopo 2006-7: Comunità; 2007-8: Annuncio. E prima di 2009-10: Carità).
- Sto dando un seminario a un corso di teologia per laici sull'enciclica di papa Benedetto "Dios es Amor" (ho tradotto direttamente dal latino allo spagnolo! Ma era facile). Se non l'avete letta è proprio interessante, ve la consiglio!
- Si è finalmente riaperta la stagione del mango che era sparito dalla nostra tavola in marzo dell'anno scorso. Il tempo opportuno è breve, bisogna approfittarne!





Foto di gruppetto arrivati al santuario (5.30 am)

domenica 5 ottobre 2008

Montagne semplicemente diverse…



Dalla Punta Penia (Marmolada) guardando verso il Pelmo (foto di Lele)


In ferie (itaiane) me la sono proprio goduta,
• sia per essere stato in famiglia con papà, mamma, fratelli e sorelle e nipoti (certe cose, pur nella semplicità del quotidiano, ricreano il cuore), e zii e zie e cugini..
• sia per aver ritrovato amici vecchi e recenti (di A.C., di Cristo Risorto, Cittadella, di Lissaro, Ospedaletto, Maserà, amici professori ed exmieistudenti del liceo Cornaro, fratelli preti,..)
• sia per aver camminato in tre giretti (in compagnia di Morena, Abu, Rosanna, Paolo, Valerio, Lele) per le “nostre” montagne.

Una Marmolada stratosferica, una ferratona di grande soddisfazione in Moiazza, il sempre magico laghetto turchese del Sorapiss… non c’è che dire: sono belle, proprio belle. Certo, ben più piccole delle montagne dell’Ecuador (la cima della regina delle Dolomiti è poco più alta di casa mia a Quito!), ma con pareti verticali, guglie, campanili, creste estremamente variate.

Giovedì sono stato ad accompagnare Elena e Riccardo (parenti di don Nicola in visita) a toccare quota 5000 sul Cotopaxi in una giornata limpida: splendido! (anche se poi mi è venuto un mal di testa… il mio corpo non si è neancora riabituato alle quote alte…). I vulcani della cordigliera andina sono grandi, maestosi.



L'itinerario per arrivare a 5000: dal rifugio (cerchiato in giallo) all'attacco della via normale (cerchietto rosso)

Sono meglio le “nostre” montagne o le Ande? Mi son reso subito conto che la domanda è decisamente stupida. Meglio, peggio…no! Semplicemente diverse!
Qualcuno in vacanza mi chiedeva: È meglio in missione o a Padova?
Né qui ne lì.. sono realtà semplicemente diverse.
Che fortuna la diversità! Che bello cercare di accoglierla… e lasciarci crescere dal confronto, lasciarci provocare dal “diverso”..
E non è mica facile! Spesso mi viene da chiudermi nelle “mie” verità e sicurezze come fossero le uniche e le migliori. Come per esempio ieri… Abbiamo tenute aperte le iscrizioni al catechismo per tutto il mese di settembre, tutti i giorni… e arrivano a iscrivere i bambini fuori tempo massimo dicendo: “Padrecito, no sea malito!” (Padre, non essere cattivo). E io: “No soy malito, soy serio!”. La tentazione di dirgli di no, così imparano ad ascoltare gli avvisi, a venire a Messa, a leggere i cartelloni che abbiamo sparpagliato per la parrocchia con i tempi e orari di iscrizione, è forte. Poi ascolti le storie, capisci che molti non conoscono la parrocchia, o non vengono a Messa perché non sanno dov’è la chiesa, o abitano un po’ lontano e non c’è il bus, o lavorano fuori Quito, o non sono venuti a iscrivere i bambini perché non avevano i 3$ per il libro e aspettavano che gli pagassero la “quincena” (a metà mese, metà stipendio),…Insomma una palestra di umiltà perché non c’è solo la nostra maniera di organizzare le cose. Certo, continueremo a educare, ma con molta pazienza e serenità. Scoprire che l’altro non è come me aiuta stare sereni.
Meglio allenarsi ad avere cervello e cuore grandi che farsi il fegato grosso.
Penso a quel che ho respirato un po’ a Padova: l’esaltazione del tema della sicurezza, la paura dell’immigrato, l’opposizione a priori a quelli dell’altro partito-schieramento… rischia di creare un mondo di isolati, chiusi nelle proprie verità e quindi nelle proprie paure.
Meglio aprire le finestre e sapere che il mondo è grande, che la gente è tanta, che i modi di pensare sono diversi.
Non dico che tutte le idee sono buone, né che bisogna giustificare tutto, ma che prima della verità della mia testa vengono le persone. Se c’è da sottolineare un aspetto mi sembra che sia la congiunzione, non l’alternativa: “sia questo che quello” e non “o questo, o quello”.
Il tutto per dire che camminerò volentieri sia sulle Dolomiti che sulle Ande!
Ci risentiamo presto!


Eccomi riflesso negli occhiali di Riccardo

lunedì 28 luglio 2008

Sono in vacanza... in Italia!

Dalla settimana scorsa sono rientrato in Italia per un periodo di vacanza e incontri.
Ripreso il fuso e cercando di tirar un po' su la pressione (non sono più tanto abituato al caldo ne' alle basse quote!) spero di riuscire a salutare molte persone e amici di Padova e dintorni.
State bene!
Mauro

P.S. Ho ritrovato il mio vecchio numero di cellulare italiano.

sabato 17 maggio 2008

Maggio, mese della comunità

La vita parrocchiale in questo momento “galoppa”… si corre (volentieri!) in tante cosette. Provo ad aggiornarvi sulla nostra vita di queste settimane…



Maggio è il mese della comunità che terminerà con la festa della parrocchia: compiamo 10 anni!


  • Abbiamo celebrato domenica 4/5 le prime comunioni. Erano circa 140 tra ragazzini e giovani. Io ho seguito la preparazione del gruppo di giovani (dai 15 ai 20 anni) che non avevano ancora celebrato confessione e comunione. Ogni domenica pomeriggio proponevo l’incontro di catechesi spiegando in sintesi le realtà centrali della nostra fede. Esperienza bellissima… forse più per me che per loro. È stata l’occasione per ripensare, ridire, approfondire, chiarirmi i contenuti della fede. Cosa vuol dire credere? Cos’è un sacramento? Come si prega? Perchè Gesù si è “inventato” la Messa? Cosa vuol dire una vita “eucaristica”? In altre parole.. perché credo? A chi e in che cosa credo?

il gruppetto dei giovani alla fine della Messa

  • Stiamo preparando la festa per i 10 anni della parrocchia il 1 di giugno. Flavio sta vendendo i 3000 biglietti della “Rifa” (lotteria) parrocchiale con ricchi premi (utili!): 1° premio una “refrigeradora” (frigorifero), 2° premio una “cocina” (forno), 3° premio una “lavadora” (lavatrice), 4° una “bicicleta” (bicicletta), 5° una “guitarra” (chitarra), 6° premio a sorpresa.Nicola sta mandando lettere a tutti i presidenti dei barrios (quartieri) e delle scuole della parrocchia perché si coinvolgano nella festa o con offerte o con un numero per il programma del pomeriggio, dopo la messa “campal” (all’aperto in piazza) e il pranzo comunitario.Stiamo organizzando il ritiro per i politici; l’incontro di riflessione e bilancio di 10 anni di vita parrocchiale con gli agenti di pastorale; le processioni con le bande delle scuole; una specie di video fotografico che faccia memoria di questa storia breve e importantissima per questo settore di mondo nella periferia nord di Quito (per chi conoscesse e utilizzasse il programma Google earth si dovrebbe vedere dal satellite la nostra zona: cercate Quito e, nella punta nord, tra Calderon e Pomasqui e più a nord di Carapungo ci siamo noi!).

    La misa campal dell'anno scorso

  • Abbiamo stampato gli inviti perché i parrocchiani possano portarli ai vicini di casa invitandoli alla festa.

  • Stiamo andando praticamente ogni sera con la statua della Madonna della parrocchia a pregare il rosario in 25 settori per conoscere le persone, farci conoscere e invitare alla festa. Martedì sera nel “conjunto residencial” (sarebbero una serie di 40-50 case a schiera chiuse dentro un muro con un guardiano armato al cancello) Rincón de Castilla 3, siccome il presidente è evangelico (protestante) non ci hanno lasciato entrare a pregare («No, gracias»), e allora sul marciapiede (e poi son venute fuori alcune persone cattoliche contente di stare con la loro “Virgencita”… termine affettuoso che si usa per la Madonna).

  • Abbiamo preparato anche il “Cd della Madonna” con 5 meditazioni scritte e registrate dal sottoscritto (su incarico del Consiglio Pastorale) perchè ogni settimana ne ascoltino una …fonti beninformate dicono sia un meraviglioso rimedio contro l’insonnia (se qualche ditta farmaceutica fosse interessata, contattatemi!)…

  • Stamattina il primo Rosario dell’aurora: una tradizione abbastanza sentita (perlomeno dai parrocchiani!): alle 5.00 si parte pregando il rosario in processione.. per fortuna toccava a Nicola! Io accompagnerò questa pratica devozional(-penitenziale) la settimana prossima! Nel pomeriggio poi celebreremo comunitariamente l’unzione degli infermi con anziani e ammalati.

  • Continuo il corso di chitarra al martedì sera con una ventina di alunni… sanno già fare i barrè e suonare “Guantanamera” e “Millón de amigos”… per cantare manca ancora molto ma non dispero… d’altronde è un corso di chitarra, non di canto! Ci esibiremo alla festa della parrocchia con queste due canzoni… magari verso la fine, così eviteremo la pioggia per quasi tutta la festa…

  • Al lunedì pomeriggio vado in seminario maggiore per insegnare un po’ di italiano ad alcuni seminaristi… in realtà parlo di pastorale giovanile, organizzazione della pastorale in parrocchia, stile del prete… il tutto rigorosamente in italiano!

  • Con la commissione dei responsabili della pastorale giovanile stiamo scrivendo il libretto di un “Campamento vacacional” (sarebbe il grest) sul Signore degli anelli per le parrocchie del vicariato e organizzando la festa vicariale dei giovani sul tema della missione.

  • Ci stiamo interessando, un po’ preoccupati, del progetto del municipio di Quito di costruire appena fuori dei confini della parrocchia un quartiere di 3000 case popolari in un paio d’anni. Vuol dire che arriveranno 12-15000 persone in tempi brevi… Vedremo con i vescovi cosa fare, come essere presenti, ecc. Vi farò sapere.

  • Stiamo preparando la visita del vescovo Antonio nel prossimo luglio, immaginando le prospettive future, scrivendo progetti, ipotesi, ecc. per poter discernere insieme come essere presenti in Ecuador.


Ecco alcune delle cose di questo periodo… non manca il lavoro e non ci si annoia!
State bene
Mauro

Foto della chiesa e piazza

giovedì 20 marzo 2008

la Croce del Sud



Domingo de Ramos (Domenica delle Palme)
La chiesa sembrava una patata al forno… c’era un forte profumo di rosmarino. Infatti invece delle palme o dell’ulivo (pianta decisamente esotica)ognuno portava un ramo di una pianta che voleva e noi avevamo potato la siepe di rosmarino del cortile distribuendo rametti qua e lá…
Finita la processione e la Messa, un sacco di gente chiedeva la benedizione con l’acqua benedetta. La foto dell’altro giorno mostra questa devozione fortissima dei nostri parrocchiani. Acqua benedetta su ramoscelli, genitori che alzavano i bambini, famiglie che venivano insieme per farsi benedire… (Si racconta, e ne abbiamo avuto conferma, che qualche anno fa un missionario - padovano!- abbia benedetto la gomma da giardiniere innaffiando poi i fedeli accorsi numerosi…).
La benedizione: Dio che dice bene di noi.


Questa una prima sottolineatura della Pasqua: Dio pensa bene di noi e ci benedice regalandoci la Sua vita; dice bene perché ama, vuol bene e si appassiona di quel che facciamo, non è indifferente nel suo cielo distante. Senz’altro dal cielo se l’è goduta un sacco domenica a benedire tanta gente con fede semplice…

Questo momento bello e simpatico credo avrà distratto un pochino Papito Dios (come dicono qui) dalle sue sofferenze… eh sì, perché per certe cose Dio ci sta male. Confessando in questi giorni, ci rendiamo conto di quante lacrime e sofferenze trovano l’unica luce in Gesú in croce. Un Dio che dice ai nostri poveri come a me e a te: «Guarda che la tua vita è più importante della mia...». Una croce non come rassegnazione alla morte e alla sofferenza, ma come Dono della Vita! Non un supplizio, ma l’indicazione per tutti i cristiani di uno stile: dare la vita perché tutti abbiano vita (e ce l’abbiano in abbondanza!). E questo è possibile perché Lui ci vuol bene.
… e si vedono segni di luce, di speranza, di risurrezione.
Se uno sta attento si accendono piccole stelle di vita: i 20 e rotti battesimi di domenica prossima (ragazzi e giovani dai 7 ai 20 anni del gruppo di catecumenado); alcune coppie in crisi che ci riprovano nonostante ferite, tradimenti, alcohol; ragazze madri che decidono scommettere sulla vita di un bimbo, nonostante le difficoltà; il vecchietto contento davvero come una pasqua per la borsa di riso, lenticchie, avena, tonno, che Caritas della parrocchia gli ha regalato (e che lui, per dignità nella sua indigenza, non aveva coraggio di chiedere..); la voglia di fare che si accende dentro di noi quando scopriamo che Dio ci vuol bene…
…ecco, ci pare che queste luci di Pasqua danno speranza e ci animano a darci da fare perché cambi qualcosa: una vita nuova-rinnovata è possibile per tutti, grazie a Dio!

Che il Signore ci aiuti in questa Pasqua a passare dalle tenebre alla luce (evviva la splendida liturgia del “lucernario” della veglia pasquale!!), ad accorgerci delle luci di vita che si accendono e che possiamo accendere.
C’è una costellazione che si chiama Croce del Sud..(eccola in una delle nostre migliori foto!) vi auguriamo di trovare nel cielo della vostra storia luci di croce (o croci di luce!?), cioè di vita piena condivisa con gli altri.

Mauro e Nicola



domenica 2 marzo 2008

Forza della natura...

In questi giorni piove. Normale nel cosiddetto “inverno” (qua in realtá il clima è sempre primaverile.. di quelli che non sai mai come vestirti, se con il maglione o in maniche corte… siamo all’equatore, ma a 2800 metri di quota). La differenza tra estate e inverno è che d’inverno piove. Dunque… piove. Qui nella sierra non ci dà grossissimi problemi… nella costa verso sud sta facendo il disastro.
Molte famiglie per l’alluvione han perso casa, letto, strade, e molte delle comoditá che reputiamo normali. C’è un metro di acqua nelle cittadine, le mucche (in alcuni posti risorsa importante) muoiono affogate o affamate perchè, non trovando mute da sub su misura, non riescono a mangiare erba o affini…la coltura del riso si sta rovinando e ne rimette anche la pesca
Mercoledì pomeriggio “goccia dopo goccia a piover cominciò”: un temporale coi fiocchi e dunque calzati gli scarponi da montagna, braghe impermeabili, giacca a vento, con pala e piccone sono andato a vigilare il livello del canaletto di scolo. Perché vi chiederete? Perché la chiesa è più bassa della strada in pendenza e capita che fiumi d’acqua (non viva come quella della samaritana!) decidano di saltare il fossetto per entrare (forse a dire una preghierina!) in chiesa accompagnati dall’amico fango (come è capitato alcune altre volte: v. foto di archivio - 2006).


L’acqua ha un potere tremendo: è proprio forte, porta giù sacchetti delle scoasse, zolle d’erba e addirittura pietre da 15-20 Kg.

La mamá Tungurahua è un vulcano attivo (qui le montagne si dividono in maschi o femmine) che in questi ultimi mesi alterna spettacolari eruzioni di lava a più frequenti “fumate” spargendo a “pieni polmoni” ai quattro venti ceneri. Non è tanto pericoloso ma sta molestando perché la cenere distrugge le colture (soprattutto il mais), i tetti delle case (la cenere pesa e i tetti sono simil-eternit) e rallenta le comunicazioni (con sassi e ceneri sulle strade).


Una natura potente che impressiona, difficile da arrestare. Ho provato con il badile a “frenare” il canale di acqua che scendeva: impossibile.
Davvero la forza della natura…
Mi domandavo: a quando la forza della cultura? La forza della grazia? La forza della solidarietà?
Quando riusciremo a far scorrere in canali inarrestabili tutto il bene che sarebbe possibile realizzare? Molte volte la nostra testimonianza e la vita cristiana è un rivoletto d’acqua che fa ridere (e preoccupa..). Per fortuna che ci sono “stagioni” delle piogge.
La Quaresima mi pare proprio, se uno vuole, la stagione della pioggia di grazia che gonfia i canali di bene che possiamo attivare. La pioggia che riattiva in noi, per amicizia con Gesú, la voglia di bene.

P.S.1 Flavio (missionario che vive qui) è a Padova (Monselice) in vacanza. Nella foto tra i giovani ha una parrucca... di solito non é proprio cosi.



P.S.2 abbiamo fatto gli esami del sangue: tutto bene! Abbiamo del buon formaggio che circola nelle vene (con uno - don Nicola- da vicino Asiago cosa pretendete?).. beh insomma .. il colesterolo un po’ alto. E dunque penitenza! Abbiamo messo in atto misure drastiche e ridotto i panini caldi con formaggio e pancetta a colazione.

P.S.3 la vita di Quaresima della parrocchia procede intensa: 3 sabati di prime confessioni (circa 120 ragazzini), le catechesi del venerdì per adulti, il film su Gesú alla domenica, il ritiro per animatori della pastorale giovanile della zona, la preparazione della Settimana Santa, le prove del coro per la notte di Pasqua, la catechesi dei giovani (sono molti quelli che non hanno ancora celebrato alcuni sacramenti)…

P.S. 4 forse staranno arrivando notizie sulla tensione Ecuador-Colombia. Se volete maggiori commenti e notizie di prima mano, Nicola e Angela nel loro blog stanno aggiornando con articoli, ecc.. L'indirizzo è http://elcaminodelsol.splinder.com

venerdì 8 febbraio 2008

Altri fiori...


Ho un sacco di foto di fiori... ve ne lascio qualcuna
































Dietro la poesia dei fiori…


14 febbraio: san Valentino… qui si celebra el “día del amor y del amistad” (giorno dell’amore e dell’amicizia)… quindi non solo i morosi!

Martedì sono andato a recuperare all’aereoporto Nicola e Flavio di ritorno da Manaus dopo un convegno sull’ecologia e aver perso una valigia (che continua viaggiando su e giù per l’America Latina… non sappiamo bene dove sia arrivata!)… aspettandoli guardavo gli aerei.. in un quarto d’ora mi ha impressionato vedere 3 aerei cargo (quelli senza finestrini per trasporto merci) enormi che stavano riempiendosi di casse e cassette di fiori. Ecuador e Colombia sono tra i maggiori produttori di Rose e Garofani nel mondo.
Mi è tornato in mente quel che mi raccontava una delle ragazze del grupo juvenil: lei (17 anni) studia in un colegio (scuola superiore) a distanza, cioè va lì al sabato e le danno un po’ di lezione e i compiti per tutta la settimana (verificando quelli della settimana prima). Va in questa scuola perché così può lavorare durante la settimana e aiutare economicamente la sua famiglia. Prima lavorava come baby-sitter e facendo i lavori domestici da una signora che la pagava circa 15 $ a settimana per stare là tutti i pomeriggi.. ma che ultimamente non la pagava. Quindi era in cerca di un altro lavoro. A metà gennaio per le strade del barrio Luz y Vida è passata una macchina con altoparlanti che offriva lavoro e ben pagato: 200$ al mese e in regola (pagando contributi e iscrizione al Seguro Social… cosa rara! La stragrande maggioranza della gente lavora in nero, senza nessun tipo di garanzia sociale…). Lei si è informata e così da due settimane sta lavorando in questa impresa che prepara fiori da esportazione. Arriva un bus alle 5.00 di mattina per”prelevare” i lavoratori e portarli a Cayambe (sarebbe un’ora di strada, ma raccogliendo tutti i dipendenti ci mette due ore) per iniziare a lavorare alle 7.00 fino alle 21.00-22.00 e ritorna a casa alle 23.30-24.00.
Per fortuna, mi confidava, tutto ciò durerà solo fino a san Valentino e poi il lavoro sarà dalle 7.00 di mattina alle 14.00 (chiaramente più le 4 ore quotidiane di bus) con lo stesso stipendio. Ieri hanno preparato 10.000 casse di rose.
Qui il costo delle rose è 1 $ …chiaramente per il mazzo di 25 unitá (lo so bene perché ogni tanto vado a comprare i fiori per la chiesa)! Quindi, facendo due conti sono circa 4 centesimi di dollaro all'una (o 0,03 €). Voi pagate, se vi va bene, 1 € a rosa (o 1,40 $ circa…). Assolutamente interessante! L’altra considerazione importante è: perché in Ecuador? Non solo perché il clima della sierra a 2500-3000 metri con tutta la luce dell’Equatore è adatto a queste coltivazioni, e il costo del lavoro è molto minore… ma anche perché la legislazione sui pesticidi è mooolto più permissiva che in Europa.
La mia amica ha acettato di lavorare solo nell’impaccare i fiori (e usa i guanti) e non in serra perché sa che si rischiano tumori e altri problemi seri, ma molti altri non ci pensano e, spinti dal bisogno di lavorare perdono la salute.

Bene… in due parole, mi verrebbe da consigliarvi di regalare a vostro/a moroso/a non dei fiori, ma qualcos’altro.. che so, una bottiglia di vino(!) o un bel libro… continuo a consigliare “E venne il sabato” di Alberto Manzi (non mi ricordo l’editrice, ma alla Feltrinelli, ordinandolo l’avevo trovato), uno dei libri più belli che io abbia letto!
Vi lascio qualche foto di fiori incontrati in questa meravigliosa natura dell’Ecuador!


roselline
Rosa del cortile di casa nostra
Fiore che si apre solo alla mattina
Fiorellini sempre del cortile di casa (foto di Flavio)

P.S. io sto bene. Ho ricominciato a correre (non solo per le attività pastorali della parrocchia, ma anche a livello sportivo), così quest’estate mi iscriveró a tutte le gare podistiche dove si vinca una soppressa! Tremate podisti… tremate!!

P.S.2 anche Angela e Nicola hanno aperto un blog (molto bello!!!) dove raccontano le vicende di una famiglia in missione: ve lo consiglio. L’indirizzo è: http://www.elcaminodelsol.splinder.com/ . E così pure don Giampaolo Assiso all’indirizzo http://www.quitoccoilcielo.com/.

sabato 5 gennaio 2008

Chi siamo: preti e laici "fidei donum"

In Ecuador siamo 6 preti (più due!) e 4 laici (più tre: i bambini!).
Dopo Natale abbiamo fatto il consueto incontro di condivisione e programmazione e per tre giorni abbiamo discusso, deciso, condiviso alcuni temi. In foto (del 28/12/07) vedete il gruppo. Provo a presentare i compagni di missione.


da sinistra in piedi: d. Mauro, d. Daniele F., Flavio, d. Francesco B., d. Giuseppe N., d. Fabio L., Angela e Anna, d. Nicola, Lara. da sinistra accosciati: d. Giuseppe A., Gianluca e Nicola, Angelo (in visita dopo anni di missione come laico in Ecuador), Samuele, d. Giampaolo A.


In Diocesi di Tulcan (al confine con la Colombia) c’è don Giuseppe Alberti che lavora come educatore e professore in seminario maggiore, come "cappellano" in una parrocchia della città e nella pastorale in carcere. Stessa diocesi, ma situazione totalmente diversa è quella di don Francesco Bonsembiante, parroco a san Juan de Lachas, parrocchia del campo con clima tropicale e varie comunitá sparse per la valle e le montagne circostanti.

Qui a Quito siamo in due parrocchie (nella peroferia all'estremo nord della città):
María Estrella de la Evangelización (sector de Morán, tra Carapungo e Calderón) con don Nicola De Guio, io, Flavio Brunello e Lara Borella.
San Lucas Evangelista (zona Carcelén Bajo) con don Giuseppe Nante, don Giampaolo Assiso (arrivato da poco più di un mese), e la famiglia Pellicchero con Angela e Nicola (papá e mamma), Samuele, Gianluca e Anna (nata qui in Ecuador il 9 settembre scorso).

Lavorano in diocesi di Esmeraldas (sulla costa a nord) don Fabio Lazzaro (parrocchia Virgen del Camino) e don Daniele Favarin (Rocafuerte) ritornati in Ecuador per differenti vicende personali, dopo una esperienza già vissuta come Fidei Donum.

La “Fidei donum” è una enciclica di Pio XII di 50 anni fa, in cui, tra le altre cose e riflessioni, si “apre” la possibilità missionaria alle diocesi e non solo alle Pontificie Opere Missionarie e alle congregazioni religiose.
Di noi, inviati espressamente dalla diocesi, preti o laici si dice che siamo preti e laici “fidei donum”.
È molto importante e interessante la presenza non solo di preti, ma anche di laici qui in missione. È la testimonianza di una chiesa (quella di Padova) che cerca di impegnarsi sul fronte dell’annuncio e della condivisione della fede con la chiesa sorella di Quito: non è solo un “prestarsi preti”, ma un cercare forme di cooperazione, di comunione tra chiese.
Non tutto è perfetto, ma la strada sembra buona!

Sate bene!

Mauro


P.S. se qualcuno (laici) stesse pensando a 2-3 anni di servizio in missione, si metta in contatto con il Centro Missionario Diocesano di Padova (cmd.pd.laici@diweb.it) per il cammino di preparazione (2 anni) e discernimento.
P.S.2 se qualcuno fosse interessato ad approfondire il tema della missionarietá gli consiglio di leggere la “Redemptoris missio” di Giovanni Paolo II (penso si trovi da scaricare nel sito del Vaticano: http://www.vatican.va/). Dove si dice, tra l’altro che la Chiesa è “per sua natura missionaria”, cioè non può non esserlo, pena il perdersi. Non è opzionale, ma obbligatorio (a Padova, come in Ecuador)! Meditiamo gente, meditiamo...