In questo periodo tutti mi dicono: che giovane che sembri! Ebbene, sì! Ho "perso" una decina di anni (e forse anche un po' di autorevolezza). Sembro proprio un bocia. Tutto è nato da una scommessa con gli animatori del grupo juvenil. Dopo una riflessione sul fatto che vengono al gruppo una sessantina di tosi e sul fatto che in parrocchia tra i 13 e i 20 anni ci sono circa 3.000 giovani (!), si cercava un'iniziativa per coinvolgere altri giovani (ci preoccupa l'idea di essere soddisfatti con un bel gruppone da 60… ma non si può!). Si è organizzata una "Fiesta Juvenil" facendo sì che i ragazzi stessi invitassero i loro amici. Ci eravamo dati come obiettivo realistico 100 persone, la scommessa era: "se ci saranno più di 150 tosi, mi taglio la barba!". Siccome si è arrivati a 110 ho salvato i baffi! Per dare soddisfazione ai ragazzi, anche se non dovuta, ho accorciato e ridotto la barbaccia che mi accompagnava... e così, in 20 minuti ho perso (o forse dovrei dire "recuperato"?) 10 anni. La documentazione fotografica lo può dimostrare facilmente.
A sinistra il mese scorso in camminata con freddo e pioggia a 4000 m, a destra oggi in terrazza di casa con sole...
Ma … cosa vuol dire essere giovani?
Cambiare look o essere di "razza" giovane (a mio papà e mia mamma date meno anni di quelli che hanno, per fisico e carattere) non è sufficiente.
È vero che a stare con i giovani si resta un po' più giovani.. Stare a contatto con le domande, le speranze e attese, le primavere affettive, intellettuali, stagione di ricerca e messa in discussione della fede e di molte certezze in generale, aiuta a darsi (noi adulti) risposte più chiare e a dare più fondamento, ragioni e comunicabilità alla "speranza che è in noi".
In Azione Cattolica il limite di passaggio da giovani ad adulti sono i 30 anni… chiaro è un limite convenzionale… Con il mio amico Abu (reso felicemente novello sposo da un sì di Giovanna) abbiamo scoperto che non eravamo più giovani circa 4 anni fa dopo un'avventura.. Abbiamo detto: Basta! Mai più… queste cose le lasciamo ai giovani! Per farla breve: eravamo andati in montagna alle Tre cime di Lavaredo in tenda, e fin qui niente di estremo… il fatto è che avevamo voglia di montagna in febbraio… e con 20 gradi di freddo (sottozero!), pur avendo sacchi a pelo abbastanza adeguati, pur avendo visto la più bella stellata e alba europea (no ho foto perché la macchina fotografica era ghiacciata) in mezzo alla neve, la magia poetica ed evocativa della natura non ha potuto esimerci dal dirci più e più volte: "ma varda tì.. Quanto mone semo (con fioriture di sinonimi vari)… parchè no ghemo deciso de 'ndare sui colli … o vignere qua in luglio… mai più, che 'ste robe e fassa i sovani!" Entrando così ufficialmente con queste battute, balbettate con rabbia per scaldarci, nella maggiore età.
Ci ho pensato un po'… e credo che forse con il buon Abu ci tornerei. Mi resta la voglia di godermi alcune avventure.
Ci ho pensato un altro po' e ho capito che quello che ci fa giovani (a qualsiasi età) è la capacità, la tendenza, l'attitudine di guardare avanti. La maggior parte delle energie mentali verso il futuro, il non ancora. Mi ricordo alcune chiacchierate con alcuni grandi vecchi giovanissimi: don Luigi Sartori, i vescovi Alfredo Battisti, Luigi Bettazzi, Ersilio Tonini.. Incontri in cui io con meno della metà dei loro anni mi sono sentito vetusto: che spirito, che apertura, che speranza!
Mi piacerebbe raccogliere le memorie di vita di alcuni "vecioti-giovani" qui della parrocchia: è gente davvero straordinaria, con una vita di stenti e speranza, di lavoro e attesa, di fiducia e semplicità, a volte rassegnazione (ma questi sono proprio anziani)… Venerdì scorso a un seminario di teologia per laici che sto dando in centro a Quito tra i miei alunni c'era Carlos un catechista di 86 anni che ci spiegava la necessità della formazione permanente!!
Un anziano ti ricorda quello che ha fatto, vissuto… vive il futuro nelle aspirazioni dei figli o nipoti; per il giovane il più è ancora da venire, davanti a noi c'è molto da attendere, vivere, gustare, capire.
È atteggiamento decisamente cristiano: vivere protesi verso la meta, il futuro dell'incontro definitivo con l'eterno… e pregustarlo già ora in tutto ciò che ci parla di infinito… fino a ringiovanire definitivamente ("chi non diventa come un bambino…" "Rinascere dall'alto…").
Mi dispiacciono i dibattiti sull'eutanasia, pure importanti… mi dispiacciono perché si parla tantissimo di diritto alla morte e non si spendono riflessioni e impegni concreti per il diritto alla vita, per politiche familiari decenti! L'Europa è mediamente vecchia! Ci sono pochi bambini.. Anzi, no, per fortuna molti fratelli immigrati ci fanno ringiovanire e ci permettono di tenere aperte le scuole!
Si parla dell'America Latina come del continente della speranza. Demograficamente è verissimo: in Ecuador più di metà della popolazione è sotto i 20 anni! Le famiglie hanno frequentemente più di 4 figli (ho conosciuto una famiglia di negri con 22 figli più uno del papà del primo matrimonio!). È anche un continente che attende, che spera, che guarda se non con fiducia senz'altro con speranza al "porvenir". C'è un'aria di rinnovamento soprattutto a livello politico che rialza le speranze.
Speranza e attesa: in spagnolo è bello, si usa la stessa parola: "esperar".
Ecco insomma un po' di pensieri che mi introducono all'Avvento, tempo dell'attesa, tempo di riporre le nostre speranze in un bambino che viene, nella giovinezza che nasce in una storia concreta e diventa vita eterna per tutti.
P.S. importante: per favore, organizzatevi, e fate parecchi bambini.
P.S.2 alcune notizie di vita parrocchiale:
- Siamo stati al pellegrinaggio notturno al santuario della "Virgen del Quinche" a circa 30 Km dalla parrocchia: partiti in 120 alle 22..30 di sera e arrivati (con qualche vescica) alle 5.30. Messa alle 6.00 e a casa in bus. Bella esperienza. Il Pejo (don Nicola) è andato da solo stamattina… finchè io scrivo lui sta camminando… andrò a recuperarlo tra un paio d'ore.
- La settimana scorsa abbiamo iniziato un corso di introduzione alla Bibbia tre ore di domenica pomeriggio. Sono venute 42 persone. Domenica prossima il secondo incontro (su questo punto scriverò in dettaglio per raccontarvi del progettone "Gruppi Biblici" che sta partendo e di cui il corso è una tappa).
- Ieri riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale per redigere il piano pastorale 2008-9 sul tema della Liturgia (dopo 2006-7: Comunità; 2007-8: Annuncio. E prima di 2009-10: Carità).
- Sto dando un seminario a un corso di teologia per laici sull'enciclica di papa Benedetto "Dios es Amor" (ho tradotto direttamente dal latino allo spagnolo! Ma era facile). Se non l'avete letta è proprio interessante, ve la consiglio!
- Si è finalmente riaperta la stagione del mango che era sparito dalla nostra tavola in marzo dell'anno scorso. Il tempo opportuno è breve, bisogna approfittarne!
Cambiare look o essere di "razza" giovane (a mio papà e mia mamma date meno anni di quelli che hanno, per fisico e carattere) non è sufficiente.
È vero che a stare con i giovani si resta un po' più giovani.. Stare a contatto con le domande, le speranze e attese, le primavere affettive, intellettuali, stagione di ricerca e messa in discussione della fede e di molte certezze in generale, aiuta a darsi (noi adulti) risposte più chiare e a dare più fondamento, ragioni e comunicabilità alla "speranza che è in noi".
In Azione Cattolica il limite di passaggio da giovani ad adulti sono i 30 anni… chiaro è un limite convenzionale… Con il mio amico Abu (reso felicemente novello sposo da un sì di Giovanna) abbiamo scoperto che non eravamo più giovani circa 4 anni fa dopo un'avventura.. Abbiamo detto: Basta! Mai più… queste cose le lasciamo ai giovani! Per farla breve: eravamo andati in montagna alle Tre cime di Lavaredo in tenda, e fin qui niente di estremo… il fatto è che avevamo voglia di montagna in febbraio… e con 20 gradi di freddo (sottozero!), pur avendo sacchi a pelo abbastanza adeguati, pur avendo visto la più bella stellata e alba europea (no ho foto perché la macchina fotografica era ghiacciata) in mezzo alla neve, la magia poetica ed evocativa della natura non ha potuto esimerci dal dirci più e più volte: "ma varda tì.. Quanto mone semo (con fioriture di sinonimi vari)… parchè no ghemo deciso de 'ndare sui colli … o vignere qua in luglio… mai più, che 'ste robe e fassa i sovani!" Entrando così ufficialmente con queste battute, balbettate con rabbia per scaldarci, nella maggiore età.
Ci ho pensato un po'… e credo che forse con il buon Abu ci tornerei. Mi resta la voglia di godermi alcune avventure.
Ci ho pensato un altro po' e ho capito che quello che ci fa giovani (a qualsiasi età) è la capacità, la tendenza, l'attitudine di guardare avanti. La maggior parte delle energie mentali verso il futuro, il non ancora. Mi ricordo alcune chiacchierate con alcuni grandi vecchi giovanissimi: don Luigi Sartori, i vescovi Alfredo Battisti, Luigi Bettazzi, Ersilio Tonini.. Incontri in cui io con meno della metà dei loro anni mi sono sentito vetusto: che spirito, che apertura, che speranza!
Mi piacerebbe raccogliere le memorie di vita di alcuni "vecioti-giovani" qui della parrocchia: è gente davvero straordinaria, con una vita di stenti e speranza, di lavoro e attesa, di fiducia e semplicità, a volte rassegnazione (ma questi sono proprio anziani)… Venerdì scorso a un seminario di teologia per laici che sto dando in centro a Quito tra i miei alunni c'era Carlos un catechista di 86 anni che ci spiegava la necessità della formazione permanente!!
Un anziano ti ricorda quello che ha fatto, vissuto… vive il futuro nelle aspirazioni dei figli o nipoti; per il giovane il più è ancora da venire, davanti a noi c'è molto da attendere, vivere, gustare, capire.
È atteggiamento decisamente cristiano: vivere protesi verso la meta, il futuro dell'incontro definitivo con l'eterno… e pregustarlo già ora in tutto ciò che ci parla di infinito… fino a ringiovanire definitivamente ("chi non diventa come un bambino…" "Rinascere dall'alto…").
Mi dispiacciono i dibattiti sull'eutanasia, pure importanti… mi dispiacciono perché si parla tantissimo di diritto alla morte e non si spendono riflessioni e impegni concreti per il diritto alla vita, per politiche familiari decenti! L'Europa è mediamente vecchia! Ci sono pochi bambini.. Anzi, no, per fortuna molti fratelli immigrati ci fanno ringiovanire e ci permettono di tenere aperte le scuole!
Si parla dell'America Latina come del continente della speranza. Demograficamente è verissimo: in Ecuador più di metà della popolazione è sotto i 20 anni! Le famiglie hanno frequentemente più di 4 figli (ho conosciuto una famiglia di negri con 22 figli più uno del papà del primo matrimonio!). È anche un continente che attende, che spera, che guarda se non con fiducia senz'altro con speranza al "porvenir". C'è un'aria di rinnovamento soprattutto a livello politico che rialza le speranze.
Speranza e attesa: in spagnolo è bello, si usa la stessa parola: "esperar".
Ecco insomma un po' di pensieri che mi introducono all'Avvento, tempo dell'attesa, tempo di riporre le nostre speranze in un bambino che viene, nella giovinezza che nasce in una storia concreta e diventa vita eterna per tutti.
P.S. importante: per favore, organizzatevi, e fate parecchi bambini.
P.S.2 alcune notizie di vita parrocchiale:
- Siamo stati al pellegrinaggio notturno al santuario della "Virgen del Quinche" a circa 30 Km dalla parrocchia: partiti in 120 alle 22..30 di sera e arrivati (con qualche vescica) alle 5.30. Messa alle 6.00 e a casa in bus. Bella esperienza. Il Pejo (don Nicola) è andato da solo stamattina… finchè io scrivo lui sta camminando… andrò a recuperarlo tra un paio d'ore.
- La settimana scorsa abbiamo iniziato un corso di introduzione alla Bibbia tre ore di domenica pomeriggio. Sono venute 42 persone. Domenica prossima il secondo incontro (su questo punto scriverò in dettaglio per raccontarvi del progettone "Gruppi Biblici" che sta partendo e di cui il corso è una tappa).
- Ieri riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale per redigere il piano pastorale 2008-9 sul tema della Liturgia (dopo 2006-7: Comunità; 2007-8: Annuncio. E prima di 2009-10: Carità).
- Sto dando un seminario a un corso di teologia per laici sull'enciclica di papa Benedetto "Dios es Amor" (ho tradotto direttamente dal latino allo spagnolo! Ma era facile). Se non l'avete letta è proprio interessante, ve la consiglio!
- Si è finalmente riaperta la stagione del mango che era sparito dalla nostra tavola in marzo dell'anno scorso. Il tempo opportuno è breve, bisogna approfittarne!
Foto di gruppetto arrivati al santuario (5.30 am)
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