In questi giorni abbiamo molto confessato: un poco in parrocchia, un poco nelle parrocchie vicine per le celebrazioni penitenziali per Pasqua.
Non rompiamo il segreto dicendo che tante persone han pianto. Ci colpisce, nella semplicità della gente di qui la serietà del loro "arrepentimiento", il dispiacere sincero (anche un po' emotivo) per le colpe commesse e per un sacco di rogne che si trovano a vivere… da problemi salute, a difficoltà economiche, a (purtroppo frequentissimi) conflitti e problemi di coppia, a solitudine, a mancanza di senso e autostima...
Dopo alcune ore di confessioni ad ascoltare ci pesava come un senso di oppressione la mole di tutta questa sofferenza. "Boia can!" continuavamo a ripeterci. Chiacchierando insieme ci dicevamo che ci piacerebbe poter togliere con un colpo di spugna queste sofferenze, ma ci rendiamo conto che non è così semplice.
Già ascoltare e condividere ridà molta speranza, l'esempio e gli atteggiamenti di Gesù, poi, rianimano, fanno sentire che Dio è vicino… che ci è passato anche Lui. Non ha evitato morte e sofferenza, ma ci si è messo dentro.
Stiamo capendo un po' quanto grande è il cuore di Gesù! Noi, semplici confessori, ci sentivamo oppressi per aver ascoltato un po' di sofferenze: Lui le ha prese su di sé! Tutte!! Come gheto fato, Signore!?
Ma quanto bene vuoi?!
Commuove.
Se ci pensiamo bene, a Gesù in croce con sopra tutta la sofferenza, l'ingiustizia, il male del mondo, ci viene da piangere. Un pianto di ringraziamento… il pianto visto in tante persone al ricevere l'assoluzione, il pianto commosso di alcuni/e guardando nelle ultime stazioni della via crucis i giovani che rappresentavano Maria con in braccio Gesù morto: le lacrime, quelle che fanno bene, di chi si sa amato/a senza merito.
Beh, insomma, ci son lacrime e lacrime: quelle della sofferenza da cui molti non sanno venir fuori (i sepolcri chiusi e oppressi da pietrone pesanti dai molti nomi… e tutti ce n'abbiamo qualcuna… qui in America Latina ma pensiamo tra le altre cose anche al recente terremoto in Abruzzo e alla "crisi" economica del nord del mondo che attanaglia molti con cassintegrazione, poca prospettiva di futuro, preoccupazioni, necessità di cambiare stile di vita. Qui purtroppo la "crisi" c'era da prima: è un fatto permanente…) e quelle delle piccole luci che l'Amore di Gesù apre nei nostri cuori perlomeno a livello di speranza e di consolazione (Lui che ci è passato non è indifferente al dolore).
Mauro e Nicola
1 commento:
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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