Nonostante i 25-28 gradi e un sole oggi limpido e splendido... anche qui sulla sierra andina dovrebbe essere inverno! Non con le nevicate che vi hanno imbiancato nei giorni scorsi, ma con un po' di pioggia sì. La grande differenza a Quito tra estate e inverno non sono le temperature (praticamente identiche tutto l'anno), ma il fatto che d'inverno piove.
E quest'anno sta piovendo poco niente. Uno dice: "Che meraviglia! Il sole, bel tempo!", ma in realtà la mancanza di acqua sta creando un sacco di disagi. Sta già aumentando il prezzo di verdura, frutta, riso, patate, ... (con cosa innaffi? ) e inoltre, visto che la corrente ecuatoriana è fortemente idroelettrica, c'è crisi energetica (i bacini idroelettrici sono sotto i livelli di guardia). E allora chiediamo alla Colombia che ci venda un poco più di elettricità, ma non ce n'hanno neanche loro... E allora che fare? Ideona! Spegnamo le città per qualche ora al giorno.
È impressionante: il lunedì, mercoledì, venerdì alle 19 in punto dalla finestra della cucina si vede improvvisamente spegnersi tutta la città. E sia il buio: paf! E alle 22 di pacca si riaccende tutto. E sia la luce: paf!
Siamo da un paio di mesi in regime di "Apagones": apagar = spegnere; apagones = spegnimenti.. Ma forse la traduzione veneta rende di più: "STUADA". Effettivamente sè 'na gran "stuada".
Al supermercato han messo uno scaffale di candele che è molto frequentato. Tutti invidiano le nostre pile frontali da alpinismo. Certo è più romantico fare le riunioni, cenare, leggere a lume di candela... però pochi si avventurano fuori casa senza illuminazione.
Tutti al buio. Almeno tre ore a giorni alterni.
Appena spengono non ci si vede davvero un emerito niente! Per arrivare alla candela o alla pila si va a tentoni, muovendosi lentamente e sbattendo allegramente qua e là.
Pensavamo a questa situazione come simbolica di quel che molta gente vive: tutto normale fino alle 19 della vita... E tutt'auntratto: paf! Buio, silenzio, andare a sbattere di qua e di là, non vederci chiaro.
Quante situazioni di oscurità:
E quest'anno sta piovendo poco niente. Uno dice: "Che meraviglia! Il sole, bel tempo!", ma in realtà la mancanza di acqua sta creando un sacco di disagi. Sta già aumentando il prezzo di verdura, frutta, riso, patate, ... (con cosa innaffi? ) e inoltre, visto che la corrente ecuatoriana è fortemente idroelettrica, c'è crisi energetica (i bacini idroelettrici sono sotto i livelli di guardia). E allora chiediamo alla Colombia che ci venda un poco più di elettricità, ma non ce n'hanno neanche loro... E allora che fare? Ideona! Spegnamo le città per qualche ora al giorno.
È impressionante: il lunedì, mercoledì, venerdì alle 19 in punto dalla finestra della cucina si vede improvvisamente spegnersi tutta la città. E sia il buio: paf! E alle 22 di pacca si riaccende tutto. E sia la luce: paf!
Siamo da un paio di mesi in regime di "Apagones": apagar = spegnere; apagones = spegnimenti.. Ma forse la traduzione veneta rende di più: "STUADA". Effettivamente sè 'na gran "stuada".
Al supermercato han messo uno scaffale di candele che è molto frequentato. Tutti invidiano le nostre pile frontali da alpinismo. Certo è più romantico fare le riunioni, cenare, leggere a lume di candela... però pochi si avventurano fuori casa senza illuminazione.
Tutti al buio. Almeno tre ore a giorni alterni.
Appena spengono non ci si vede davvero un emerito niente! Per arrivare alla candela o alla pila si va a tentoni, muovendosi lentamente e sbattendo allegramente qua e là.
Pensavamo a questa situazione come simbolica di quel che molta gente vive: tutto normale fino alle 19 della vita... E tutt'auntratto: paf! Buio, silenzio, andare a sbattere di qua e di là, non vederci chiaro.
Quante situazioni di oscurità:
- coppie che dopo anni si accorgono che non si vogliono più bene e che la scintilla di amore che li aveva uniti e scaldati, non custodita, non c'è più.
- Figli che non vedono davanti la luce e il calore di una famiglia stabile, senza botte come "mezzo" di educazione e nervosismo in casa che oscura la limpidezza delle relazioni
- Gli imbriaghi del venerdì e sabato sera-notte che si abbruttiscono con i cartoni di vino e restano a dormire allo scuro del marciapiede
- Anziani non assistiti, nè visitati dai figli (tanto soli e bisognosi da essersi commossi oggi ricevendo la borsa natalizia con viveri preparata da Caritas)
- Il non essere educati a vedere a causa di un sistema scolastico in miglioramento, ma assolutamente inefficiente! (Ho trovato e letto in spagnolo "Lettera a una professoressa" della scuola di Barbiana: purtroppo un faro di attualità!)
- I centri commerciali così pieni di luci e gente che c'è da fare la coda anche solo per camminare: illusione o miraggio? Cosa cerchiamo nelle cose?
- Autostime personali così basse che le talpe sembrano gli inquilini del piano di sopra...
- Tante e tante persone disorientate che vivono solo perchè (giustamente!) uccidersi non si può.. Ma senza vedere una luce davanti che dia senso-orientamento e per questo identità alla storia personale
Beh, insomma, le varie magagne e tensioni sociali di una periferia di grande città (in alcune cose, credo, simili a quel che vedete a Padova...).
Verrebbe quasi voglia di spegnere la candela... ma che bello sentire che c'è una festa della luce che ci può illuminare tutti:
"Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo (Gv 1, 9)"
San Giovanni ci perdonerà i tagli: andatevelo a leggere voi (o ascoltatelo nella Messa del giorno di Natale)...tutto l'inizio del suo vangelo ripete la parola "luce".
La luce, prima creatura, trova la sua verità in Gesù...
Non c'entra l'empresa electrica: è Lui la luce di cui abbiamo bisogno... e che tante volte non accogliamo.
L'incarnazione di Gesù ci accende dentro una speranza bella, grande: la nostra vita (anche quella degli imbriagoni, di quelli che picchiano la moglie, dei criminali) è degna di Dio... Sì...effettivamente , in molti casi, c'è da lavorarci su un bel po', ma si può soffiare sulle bronse della parte buona di ciascuno e accendere fuochi!
Dio che nasce e condivide la nostra condizione umana getta luce sul lavoro, sullo studio, sulle disperazioni o smonamenti, sulla vita di famiglia, perfino sui peccati! "Sono qua vicino! - mi dice il Signore- Accendi la candela della fede (magari quella che ti han acceso il giorno del tuo Battesimo) e guardati intorno... Son qua!"
Gesù illumina la nostra vita.
La nascita di Dio nella nostra povera umanità ci fa rinascere: per dire "partorire" si può usare il sinonimo "dare alla luce" e trovare lumi nelle nostre storie vuol proprio dire rinascere.
Il Natale non fa come la televisione che punta occhi di bue sulla "super-star" di turno nel palco del successo, ma ci regala gli umidi occhi di un bue puntati su un povero bambino che ci fa tutti stelle, abitanti luminosi del cielo.
Con il buio del "apagòn" dalla terrazza della casa pastoral si vedono molto meglio le stelle. La luce delle stelle, piccole e lontane, che rincuorano e danno gioia grande ai magi e con loro a tutti i cercatori di Dio nella terra tante volte buia.
Credo che da Natale in poi, come noi ci incantiamo a guardare le stelle, così Dio guardi contemplando meravigliato alle molte stelle sparse sulla terra che siamo ciascuno di noi: in Gesù la nostra umanità riceve luce e importanza... E Dio si ferma e resta là incantato a guardarci.
Auguriamo a tutti, soprattutto a chi è nel buio, di scoprire Gesù solidale, ben incollato alla nostra umanità, perchè alle 22 della vita, nonostante la poca pioggia: "paf!" la luce splenderà.
Lorenza, padre Mauro, padre Nicola
7 commenti:
ciao Mauro
auguri a te,
con la speranza che gli "occhi per vedere nuove le cose" ci vengano donati ogni giorno.
giovanni
giovannirealdi@libero.it
Don Mauro, grazie e ancora grazie per le parole così sempre vere e piene di...Luce!
un caloroso augurio di buon Natale con la speranza che venga giù... tanta buona pioggia!
un abbraccio e un bacione anche a Lorenza!
con affetto
Chiara (da Cittadella)
Mauro e bella compagnia!
Grazie di messagi come questo: aiutano a guardare ai piccoli fatterelli della nostra Chiesa ed Italia con un respiro diverso, universale. Non poche volte quanto miope è lo sguardo, quanto corto il fiato nelle corse e nei progetti di questa fetta ricca dell'umanità...
Ciao don Mauro.
Grazie per il tuo messaggio così carico ddi luce e di speranza...
Una domanda: qual'è la tua email per comunicare direttamente con te? Devo chiederti due cosette...
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